Donarsi per vivere

“Com’è difficile scrivere nel presente: il presente è senza storia” pensai.

di Massimo Messa

(2013)

“Com’è difficile scrivere nel presente: il presente è senza storia, pensai.” Poi incontrai Elena e la sua vita. Conobbi Irene e il desiderio di tentare, narrando, di superare la fantasia con la realtà. Si contrappose il dubbio di manipolare i personaggi, a danno della loro privacy e della loro memoria. Abbandonare o persistere? Si affacciava il dilemma.

Intrapresi poi la seconda strada perché il bisogno, forse innato, forse narcisista, di
documentare il verosimile in misura imperdibile mi prendeva, appagandomi. Per aiutare l’anima a concentrarsi bisognava abitare nella solitudine.

Nella tranquillità di una piccola isola dove un oste mi alloggiava in una camera singola, con una finestra sul mare, dall’alto di una scogliera, ho agito.
Meditai di giorno e scrissi di notte quanto il compromesso realtà-fantasia mi lasciò navigare.
Elena soffre di solitudine e di mancanza di affetto, si impegna a fondo negli studi e sul lavoro. Quanto amore sarebbe disposta a donare senza condizioni e quante speranze la condurranno a seguire questa sua inclinazione!

Ma sarà poi con altrettanto trasporto contraccambiata?
Irene è giovane, Irene è bella, ma insoddisfatta di una vita sentimentale che finora l’ha delusa. Irene, quindi, è vulnerabile. Facile, per lei, subire il fascino del predatore. Mentre lei sogna, un rettile si nutre delle sue emozioni, le metabolizza, si irrobustisce.
Quando poi le illusioni si infrangeranno contro il muro della realtà, il rettile uscirà vigoroso dalla sua tana, affonderà i suoi denti nel fragile tessuto dell’anima, scaverà caverne in cui l’eco del rimorso risuonerà amplificandosi all’infinito.

Due giovani donne la cui comune inclinazione, tra gioie e dolori, conduce a donarsi per
vivere e a naufragare nell’amore.